Skip to main content Marco Altomare

Disabilità e cultura

Fruizione culturale

Il benessere di una persona con disabilità dipende non solo dal modo in cui è accudita, ma anche dalla sua possibilità di accedere alle attività e alle relazioni sociali. Se questi aspetti vengono trascurati il benessere globale della persona ne risente e le conseguenze sul piano della salute avranno a loro volta ricadute significative, anche economiche, sull’intero sistema.

Vanno quindi messe in atto misure inclusive atte a garantire a ogni persona, anche se con disabilità, un accesso non penalizzato alla fruizione di manifestazioni culturali o sportive. Vanno quindi previsti:

  • possibilità d’accesso prive di ostacoli e, se del caso, posti riservati, capaci di fornire una buona fruizione. La scelta della zona riservata alle sedie a rotelle non sempre è, infatti, felicissima; troppo spesso, ad esempio, nei cinema o nei teatri, le persone con disabilità devono seguire gli spettacoli dai margini della sala. In questi contesti un intervento che si vorrebbe inclusivo si traduce in una nuova forma di marginalizzazione;
  • supporti tecnici, con funzione compensativa, che permettano di tendere il più possibile a una comunicazione senza barriere, come ad esempio l’uso dei sottotitoli o di sistemi di audiodescrizione.

A monte va curato anche l’accesso, attraverso canali diversi, digitali e non, e attraverso linguaggi diversi, compresa la lingua dei segni e la lingua facile, alle informazioni sulla reale accessibilità delle singole manifestazioni e dei singoli eventi.

A volte l’accesso delle persone con disabilità alle offerte culturali è ostacolato anche dalla mancanza di sensibilità o dalla disinformazione degli organizzatori. In Svizzera la maggior parte degli organizzatori di eventi si dice favorevole all’adozione di misure volte a migliorare l’accessibilità, ma senza esortazioni in tal senso o indicazioni specifiche da parte dei diretti interessati o di organizzazioni attive in questo campo, spesso non sanno come concretamente agire. A questo proposito l’articolo 30 della Convenzione dell’ONU (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport) auspica che le persone con disabilità siano rappresentate negli organi culturali decisionali: in questo modo sarebbe garantito che anche loro siano presi in considerazione come gruppo di destinatari.

Non va inoltre dimenticato che la rimozione degli ostacoli fisici, permettendo alle persone con disabilità di recarsi ovunque (al cinema, allo stadio o al ristorante), dà loro una maggiore visibilità sociale. Si viene così a creare un circolo virtuoso che accresce nella popolazione la consapevolezza dei problemi e delle esigenze delle persone con disabilità. Le concrete azioni necessarie per l’abbattimento delle barriere risulterebbero così facilitate.

Un ulteriore incentivo alla messa in atto di misure inclusive può venire da una scelta forte, quella di vincolare la concessione dei contributi erogati per la cultura alla garanzia di accessibilità per le persone con disabilità alle manifestazioni culturali per cui si richiede il sussidio. Questo dovrebbe essere valido, oltre che per le istituzioni pubbliche, anche per tutte le imprese, fondazioni e istituzioni private promotrici di cultura.

Paga due e prendi uno

La politica dei prezzi deve tenere conto delle esigenze e delle possibilità delle persone con disabilità, in particolare quando ci si trova confrontati con disabilità gravi, che impediscono alla persona di beneficiare in maniera autonoma dell’offerta culturale. Un sistema integrato di cure a domicilio dovrebbe contemplare non solo l’assistenza sul piano delle cure di base, infermieristiche e mediche, ma anche la continuità assistenziale in ambito sociale.

Gli educatori assumono, in particolare per le persone con disabilità grave che necessitano per poter partecipare alle attività culturali, sportive o di svago di un accompagnamento, grande importanza. La centralità del loro ruolo va quindi riconosciuta anche dal punto di vista finanziario.

Va quindi abolita, per le persone con disabilità grave, la discriminazione del doppio pagamento. Attualmente alla persona che necessita di essere accompagnata viene infatti chiesto di corrispondere il costo del biglietto sia per sé stessa, sia per l’accompagnatore.

Una soluzione immediatamente praticabile potrebbe essere l’erogazione, dietro certificazione medica, di un documento specifico, che si configuri come una sorta di SwissCard, oggi valida solo per i trasporti, che attesti la necessità, per la persona intestataria, di un accompagnamento per poter usufruire della vita culturale e sociale. Questa scelta avvicinerebbe la Svizzera alle soluzioni molto più inclusive già praticate nei Paesi a noi limitrofi, con i quali si potrebbero stipulare accordi di riconoscimento transnazionale delle reciproche Carte attestanti i diritti delle persone con disabilità.

Accessibilità fisica, assenza di barriere nella comunicazione e una chiara politica dei prezzi sono fattori che oltre a migliorare la partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale, promuovono anche la partecipazione di altri gruppi della popolazione, dagli anziani, alle famiglie con bambini piccoli, ai migranti.

Oltre la fruizione

Le persone con disabilità già sottorappresentate nella veste di fruitori, lo sono ancora maggiormente in quella di operatori culturali.

L’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità ha pubblicato, nel 2012, un opuscolo in cui, per promuovere la loro partecipazione alla vita culturale, identifica, oltre a quello della fruizione culturale, altri tre campi d’intervento:

  • la produzione culturale
    L’Ufficio federale, in linea con quanto sancito dalla Convenzione dei diritti delle persone con disabilità dell’ONU, ritiene che tutte le persone, anche quelle con disabilità, debbano avere le stesse possibilità di sviluppare e realizzare il loro potenziale culturale e sportivo. Esse devono quindi poter lavorare, se questo gli è consono, nel settore della cultura: alla politica e alla società compete quindi la creazione di condizioni quadro appropriate.
    Si evidenzia qui il grande lavoro che la Svizzera deve ancora compiere, iniziando dalla promozione di una maggior accessibilità degli studenti con disabilità alle formazioni con sbocchi nel mondo della cultura e dell’arte. Gli istituti di formazione vanno sensibilizzati e sostenuti in questo processo. La coesistenza paritaria di persone con e senza disabilità in questi contesti protetti può essa stessa diventare veicolo di un analogo atteggiamento nei contesti lavorativi. D’altro canto, il solo aumento del numero delle persone con disabilità attive come professionisti in diversi settori artistici e culturali significa incoraggiarne altri a intraprendere la stessa strada. L’incremento di visibilità in ruoli lontani dagli stereotipi apre la via all’eliminazione dei pregiudizi, in un movimento che si autoalimenta man mano che cresce.
  • la disabilità come tema
    L’Ufficio federale ritiene inoltre che le esperienze e i modi di vita delle persone con disabilità debbano anche essere oggetto di riflessioni artistiche, culturali e scientifiche specifiche. Si sottolinea così l’importanza, se si vuole costruire una cultura realmente inclusiva, di investire, in varie forme, in attività di sensibilizzazione.
    In questo contesto ho avuto l’opportunità di promuovere un incontro dal titolo ”Abilismo e accessibilità quale impatto sul nostro quotidiano?” e ho potuto costatare l’importanza che ha, ai fini di una corretta conoscenza dell’argomento, il mantenere in equilibrio elementi più tecnici, come, ad esempio, la conoscenza dei modelli che si usano per definire la disabilità, ed elementi più umani, come, restando sullo stesso esempio, la descrizione delle conseguenze nella vita quotidiana del riferimento all’uno o all’altro modello. Se la prima parte tocca agli esperti, la seconda deve essere assunta dalle persone con disabilità. Non è però facile per queste persone mettersi in gioco. Ciò richiede la capacità di accettarsi, comprendendo che si può dare per quello che si è, senza preoccuparsi se la prestazione non è conforme agli standard della nostra, competitiva, società.
  • il coinvolgimento attivo
    L’esempio riportato dell’incontro su Abilismo e Accessibilità ci porta al terzo campo di intervento individuato dall’Ufficio federale: il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità nelle discussioni e nello sviluppo della vita culturale. Va infatti facilitata la loro partecipazione alla concezione e realizzazione di progetti e al dibattito pubblico, così come va facilitato il loro accesso quali membri di istituzioni o organizzazioni culturali. Il diritto alla partecipazione alla vita culturale è quindi strettamente connesso alla questione delle pari opportunità nel mondo del lavoro e nella vita pubblica e politica.

Che si tratti di fruizione o di produzione culturale, di attività di sensibilizzazione o di coinvolgimento attivo, la creazione di condizioni quadro facilitanti è un elemento essenziale. Incidere sulla promozione e la sponsorizzazione della cultura attuata da enti privati e pubblici può essere una via particolarmente efficace. Per permettere anche alle persone con disabilità di beneficiare dei sostegni dispensati in ambito culturale, gli enti promotori dovrebbero quindi vincolare la concessione di fondi alla condizione che i progetti prevedano e promuovano la partecipazione delle persone con disabilità.